Sulla programma Polskie Powroty - Polish Returns - intervista al dott. Grzegorz Pasternak
Finora avevano condotto ricerche in alcuni dei migliori centri del mondo. Avevano lavorato in Germania, Stati Uniti, Svizzera, Regno Unito, Austria. Ma sono tornati anche da Cina, Oman, Australia e Singapore. Una persona è rientrata dall’Italia. Stiamo parlando dei vincitori del programma Polskie Powroty – Polish Returns, che l'Agenzia nazionale per gli scambi accademici ha lanciato poco dopo la sua istituzione nel 2018. Oggi, dopo cinque anni, è un gruppo di 80 eccellenti scienziati che, passo dopo passo, sta cambiando l'immagine della scienza polacca. Le loro storie sono molto diverse. Alcuni hanno deciso di tornare in patria dopo soli 3-4 anni. Altri hanno trascorso all'estero oltre dieci anni.
Vi invitiamo a leggere l'intervista a uno dei ricercatori, il dottor Grzegorz Pasternak, che ha deciso di tornare in Polonia dopo aver trascorso un periodo in Italia e nel Regno Unito. I ricercatori che attualmente lavorano all'estero sono incoraggiati a partecipare al bando di concorso per il programma, che è ancora aperto fino al 31 agosto. Per ulteriori informazioni, visitare il sito web della NAWA.
Cosa l'ha spinta a tornare in Polonia?
Mi trovavo in una fase della mia carriera in cui il mio obiettivo era quello di creare un gruppo di studio e condurre ricerche indipendenti. Questo è stato il motivo principale, anche se non l'unico, per cui ho scelto la Polonia per muovere i miei successivi passi. Realizzare questo obiettivo nel proprio Paese è una soluzione molto più comoda che vivere da emigrante.
Cosa Le ha insegnato il lavoro di ricerca all'estero?
È stata un'esperienza molto stimolante dal punto di vista intellettuale, che mi ha aperto orizzonti del tutto nuovi sulle problematiche della ricerca e sulle modalità di conduzione e organizzazione degli studi e sulla concezione della scienza. L'opportunità di lavorare con scienziati molto validi, in un contesto inusuale e su argomenti nuovi ha apportato un grande valore al mio successivo perfezionamento scientifico.
Qual è il suo più importante successo scientifico?
In ambito organizzativo, credo sia stato l'avvio del Laboratorio di Sistemi Elettrochimici Microbici e di un gruppo di ricerca focalizzato sulla tecnologia dei reattori bioelettrochimici partendo da zero. Questo non sarebbe stato possibile senza la NAWA e senza la disponibilità da parte del Dipartimento di Chimica del PWR (Politecnico di Breslavia), dove attualmente lavoro. Nell'ambito della ricerca, penso che tra i risultati più importanti posso annoverare lo sviluppo di un dispositivo autonomo di rilevamento dei contaminanti alimentato da questi ultimi e l’elaborazione di un processo per la sintesi di biosurfattanti con simultanea produzione di elettricità, senza utilizzo d’energia nel processo di biosintesi.
In quali campi nota le maggiori differenze tra Polonia e Italia nella gestione della ricerche scientifiche?
Credo che sostanzialmente non ci siano differenze rilevanti. Sicuramente quello che ci manca sono laboratori centralizzati con libero accesso alle apparecchiature. Gli Italiani sono molto abili a giostrarsi nei consorzi di ricerca internazionali e ad accedere ai fondi UE, anche grazie, almeno in parte, attraverso la disponibilità di finanziamenti regionali. A mio parere, noi offriamo, ad esempio, più opportunità ai giovani scienziati che desiderano avviare una ricerca indipendente. Tuttavia, se si considerano solo i numeri, la nostra situazione risulta essere peggiore. I dati Eurostat indicano una percentuale quasi identica di spesa scientifica in rapporto al PIL. Ma, in cifre assolute, ciò significa che spendiamo per la ricerca circa il 35% di quanto spendono gli italiani. Siamo molto più deboli in termini di domande di brevetto europeo e in termini di percentuale di popolazione impiegata nella ricerca e nello sviluppo. Siamo decisamente più indietro in termini di domande di brevetto europeo e più deboli in termini di percentuale di popolazione impiegata nella ricerca e nello sviluppo. Sarebbe opportuno analizzare questi dati, valutarne le ragioni e impegnarsi per migliorare la situazione. Un altro aspetto è il grado di internazionalizzazione della scienza in Italia. Nell'istituto in cui ho lavorato, circa il 20% del personale scientifico era straniero.
Cosa sarebbe opportuno cambiare nella scienza polacca?
Per quanto riguarda le soluzioni ad hoc, che possono essere implementate in tempi rapidi, va sicuramente migliorato e strutturato l'accesso alle apparecchiature di ricerca; spesso mancano soluzioni tipo i laboratori centralizzati presenti in Italia e in altri Paesi europei, dove gli importanti acquisti di apparecchiature sono la spina dorsale per l'intera comunità di ricerca di una determinata unità. Sarebbe inoltre necessario semplificare le procedure di approvvigionamento; un buon modello per me è stato il Regno Unito, dove sono state introdotte soluzioni che permettessero di evadere gli ordini in un solo giorno, dall'inoltro della richiesta alla ricezione del materiale. In questo senso la Polonia e l'Italia sono molto simili, anche se credo che in Italia il sistema sia ancora più complesso che in Polonia.
Si dovrebbero inoltre semplificare le formalità legate all'assunzione dei ricercatori provenienti dall'estero e incrementarne la partecipazione all’attività scientifica dell'ateneo.
Se invece vogliamo parlare degli obiettivi a lungo termine, abbiamo senz’altro bisogno di incrementare i fondi per la scienza: a partire dal sostegno degli enti di finanziamento per la ricerca e dalla maggiore disponibilità di borse di studio, fino agli aspetti salariali nel settore scientifico, in modo da trattenere gli attuali talenti, ma anche attirarne di nuovi verso la ricerca scientifica, una colonna portante determinante per la nostra economia. A mio avviso, per poter sfruttare appieno questo potenziale intellettuale, abbiamo bisogno inoltre di una maggiore credibilità presso il settore privato e di procedure semplificate per la cooperazione con l’industria.
źródło: Fotograf Łódź Arkadiusz Dalak (@fotograflodz)
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Sulla ricercha in fisica della materia condensata - intervista al prof. Carmine Autieri

Oggi condividiamo con voi una conversazione con Carmine Autieri – e’ arrivato in Polonia nel giugno 2018 come professore assistente (adiunkt) ed ora e’ leader di un gruppo di ricerca e professore di Istituto presso l’istituto di Fisica dell’accademia polacca delle Scienze. Esperto di simulazioni numeriche in fisica della materia condensata, professor Autieri lavora nel Centro Internazionale sulla interazione del MAGnetismo e superconduttivita’ con materiali TOPologici (MagTop). Magtop e’ un dipartimento dell’ Istituto di Fisica dell’Accademia Polacca (IFPAN) a Varsavia fondato da Prof. Tomasz Dietl and Prof. Tomasz Wojtowicz nel 2017.
Magtop e’ principalmente finanziato dalla Fondazione per la Scienza Polacca (FNP) da diversi anni e conduce studi su fisica su materiali avanzati con possibili applicazioni tecnologiche. Ulteriori fonti di finanzaimento sono stati ottenuti da fondi europei tramite la Marie Skłodowska-Curie e da altre agenzie di finanziamento polacche come NCN e NAWA.
Nell'intervista che segue, il Prof. Autieri ha accettato di raccontarci le sue esperienze di lavoro in Polonia e all'estero, i dettagli delle sue attività di ricerca, nonché i risultati ottenuti in tanti anni di lavoro in fisica della materia condensata e le sue aspirazioni per il futuro.
Cosa pensa della Polonia, soprattutto dopo i suoi soggiorni all'estero nella Repubblica Ceca o in Francia?
CA: In Polonia ho visitato principalmente Cracovia e Varsavia. Le due citta’ sono accoglienti e aperte al turismo internazionale con un ambiente multiculturale tipico delle principali metropoli europee. Ho riscontrato servizi molto avanzati in tutti i settori, dunque un posto ottimo dove vivere o da visitare come turista. Soprattutto nei centri cittadini e tra i giovani c’e’ un elevato livello generale di inglese. Ho riscontrato un mercato del lavoro dinamico, flessibile e meritocratico, questo da’ l’opportunita’ di crescere nel mondo del lavoro. Questo modello di stile di vita produce enormi motivazione soprattuto nei giovani.
Come si lavora e collabora con i Polacchi?
CA: Premetto che nel settore della fisica della materia la collaborazione e’ fondamentale, in generale un articolo di ricerca puo’ avere fino a 20 co-autori. La collaborazione e’ necessaria perche’ ogni persona possiede diverse conoscenze e capacita’, il lavoro di gruppo permette la possibilita’ di effettuare diversi esperimenti e calcoli teorici. Dalle diverse informazione accumulate dalla parte teorica e sperimentale, si ricavano le conclusioni sulla ricerca effettuata. Quindi ho interagito e collaborato con diversi membri polacchi e non dell’Istituto di fisica di Varsavia. Personalmente mi sono trovato molto bene sia dal punto di vista lavorativo che personale.
Qual è la sua area di competenza in fisica delle materia condensata?
CA: I miei interessi di ricerca includono l'interazione tra magnetismo, accoppiamento spin-orbita e simmetrie cristalline che generano effetti topologici. Gli effetti topologici sono estremamente complessi e permettono alle superfici di comportarsi in maniera diversa dalle parti interne di un materiale, questo ha aperto le porte alla scoperta di tantissimi nuovi effetti e nuovi meccanismi fisici negli ultimi 15 anni. Inoltre, ho studiato diverse proprietà di trasporto come l’effetto Hall di tipo anomalo, l’effetto Hall di tipo anomalo quantistico e l’effetto Hall di spin quantizzato. Recentemente, col mio gruppo ci stiamo anche concentrando la nostra ricerca sull'altermagnetismo.
Come è iniziata la collaborazione con l'Accademia Polacca delle Scienze?
CA: A Gennaio 2018 fui ospitato dal mio collaboratore Dr. Wojciech Brzezicki presso l’IFPAN, stavamo lavorando ad effetti di Hall anomali all’interfaccia tra diversi materiali. A Varsavia, ho incontrato Prof. Tomas Dietl che mi comunico’ l’apertura di un concorso per una posizione di assistente professore finanziata dal FNP nel mio settore e per un candidato con un esperienza lavorativa compatibile con quella che avevo all’epoca. Accidentalmente io ero in cerca di un nuovo lavoro, applicai immediatamente, ad aprile vinsi la competizione ed a giugno 2018 ero a Varsavia.
Come e’ strutturato e composto il suo dipartimento?
CA: Magtop e’ un ambiente internazionale. Il dipartimento e’ composto da circa 50% polacchi e 50% stranieri. La maggior parte degli stranieri proviene dall’Asia, seguiti da Europa ed America. Il dipartimento e’ diviso in 6 gruppi. Tre gruppi sono specializzati nella parte sperimentale, mentre gli altri tre si concentrano sugli aspetti teorici. Il mio gruppo lavora sulla parte teorica tramite simulazioni numeriche. Una delle caratteristiche nel nostro dipartimento e’ l’uso massiccio di grandi infrastrutture. I teorici usano grandi supercomputers fornite da diverse infrastrutture polacche come ad esempio PL-Grid, mentre gli sperimentali usano frequentemente laboratori di Grenoble per alti campi magnetici e SOLARIS. Quest ultimo è l'unico sincrotrone dell'Europa centro-orientale e si trova a Cracovia.
Quali sono le Collaborazioni di Magtop?
CA: I membri di Magtop hanno numerosissime collaborazione internazionali concentrate soprattutto nell’Europa occidentale ma non solo. Inoltre collaboriamo con importanti aziende di tecnologia del panorama polacco ed internazionale quali ad esempio VIGO System S.A., PUREMAT Technologies, KRIOSYSTEM, MeasLine S.A. ed altre. Inoltre, abbiamo anche effettuato una ricerca in collaborazione con ricercatori di Microsoft. Per cementare ed mantenere queste collaborazioni, Magtop ha sostenuto ed organizzato diverse serie di incontri e conferenze internazionali, due dei quali si sono svolti a Varsavia nel solo 2023.
E cosa ne pensa dell'Istituto di Fisica dell’Accademia Polacca delle Scienze?
CA: L’IFPAN ha dato un contributo sostanziale nel campo della fisica della materia topologica nel corso degli anni. Nel IFPAN sono stati scoperti per la prima volta i coni di Dirac negli anni 60, I coni di Dirac poi sono diventati famosi nel 2004 con la fabbrizazione del grafene. Nel 2012, Prof. Tomasz Story ed il suo gruppo hanno dimostrato sperimentalmente l’essistenza dell’isolante topologico cristallino. Inoltre l’IFPAN e’ noto per l’enorme contributo alla fisica dei semiconduttori magnetici su vari decenni tra la fine del secolo scorso e l’inizio del ventunesimo secolo.
Può condividere le scoperte o i risultati più interessanti a cui ha contribuito la sua ricerca?
CA: In passato, mi sono concentrato sulle transizioni di fase tra metallo isolante in ossidi di metallic di transizione. Piu’ recentemente, insieme a Wojciech Brzezicki all’universita’ di ed al CNR-SPIN (italia) , siamo orgogliosi di importanti studi sugli effetti Hall di tipo anomalo sugli stessi composti.
Insieme a Tomasz Dietl ed altri membri di Magtop, ho studiato l’interazione tra momenti magnetici in isolanti topologici.
Inoltre, il dipartimento Magtop ho dato un forte contributo allo studio della bande piatte nei materiali, allo compensione di dell’ effetto Hall quantistico di spin ed allo sviluppo di nuovi materiali che possano riprodurre questi effetti.
Cosa Ha intenzione di pubblicare nel prossimo futuro?
CA: Attualmente, il mio gruppo di ricerca si sta focalizzando su un nuovo tipo di magnetismo che e’ stato denominato altermagnetismo. Finora i principali gruppi di composti magnetici noti erano i ferromagneti e gli antiferromagneti. I sistemi altermagnetici hanno la magnetizzazione di un antiferromagnete ma i livelli energetici sono quelli tipici dei ferromagneti. Questo permette di sfruttare simultaneamente proprieta’ dei ferromagneti e proprieta’ degli antiferromagneti, cosa che non pensavamo fosse possibile. Questo campo di ricerca e’ nato da 2-3 anni, quindi ha diversi punti inesplorati ed un enorme potenziale per la fabbricazione di applicazioni e nuovi dispositive elettronici. Insieme ai membri del mio gruppo, contiamo di dare un rilevante contributo nel campo dell’altermagnetismo.
Quale sarebbe la sfida più grande del suo lavoro?
CA: Magtop lavora su due fronti quello della “scienza pura” e quello delle “applicazioni tecnologiche”. La sfida piu’ grande e’ di portare nella vita reale di tutti i giorni gli effetti quantistici che noi osserviamo e simuliamo numericamente. Le maggiori sfide sono la riproduzione di questi effetti in dispositivi a temperatura ambiente, a costi limitati e con alto grado di affidabilita’ del dispositivo. Questo e’ un punto a cui il dipartimento Magtop tiene tantissimo e stiamo andando in questa direzione. Infatti, negli ultimi 3 anni abbiamo sviluppato 5 brevetti in collaborazione con i nostri partner industriali ed altri brevetti sono in cantiere.
Lei ha incontrato anche altri scienziati italiani a Varsavia?
CA: In questo momento ci sono diversi ricercatori italiani di fisica della materia che lavorano in Polonia, uno di questi e’ Dr. Giuseppe Cuono che lavora nel mio gruppo di ricerca presso l’IFPAN. Altri colleghi italiani sono presenti all’ IFPAN, Universita’ di Varsavia ed all’universita’ di Torun. Ovviamente ci conosciamo e ci scambiamo consigli e opionini sulla nostra vita sociale e lavorativa in Polonia.
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Ricerca sul sistema elettorale in Italia - intervista alla dott.ssa Małgorzata Lorencka

"Il Bel Paese è un vero laboratorio di cambiamenti sociali, economici e politici arroccato su un vulcano, in senso figurato e letterale. E’ una meraviglia tanto splendida quanto fragile" - dice la dottoressa Małgorzata Lorencka dell'Istituto di Scienze Politiche dell'Università della Slesia di Katowice. Vi invitiamo a leggere!
Lei sta conducendo una ricerca sui sistemi politici e, più in particolare, sui sistemi elettorali. Cosa l'ha spinta a interessarsi in particolare al sistema italiano e a quello greco?
La storia è una delle mie più grandi passioni. Fin dai tempi della scuola, ero molto affascinata dalla storia della grandezza e del declino di Atene e dell'Impero Romano. Ho letto più volte "Mitologia. Credenze e leggende dei Greci e dei Romani" di Jan Parandowski e la "Storia della decadenza e caduta dell'Impero romano " di Edward Gibbon. Con la caduta del comunismo e l’apertura delle frontiere, nel 1993 ho potuto visitare per la prima volta l’Italia. Ovviamente ho avuto modo di ammirare il Colosseo, il Foro Romano e il Vaticano. All'epoca, ispirata dalla giornalista Grażyna Torbicka, stavo già studiando la lingua italiana. Ho iniziato quindi a leggere i quotidiani italiani, ed era un periodo molto caldo per la politica del Bel Paese: l’epoca degli attentati mafiosi in cui nel 1992 persero vita i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, delle bombe piazzate sotto la Basilica di Laterano e alla Galleria degli Uffizi a Firenze nel 1993, della inchiesta „Mani pulite” con numerosi scandali di corruzione di noti politici, dell'ingresso di Silvio Berlusconi sulla scena politica, della caduta del vecchio e l’ascesa di uno nuovo sistema partitico. Ho iniziato a riflettere sul genius loci di Atene e Roma in epoca moderna e sulla sua impronta sull’assetto odierno della Grecia e dell'Italia, Stati giovani che si sono formati solo nel XIX secolo.
La Polonia è ad un passo dalle nuove elezioni parlamentari. Quali differenze tra il sistema polacco e quello italiano evidenzierebbe in questo momento?
I due sistemi sono sistemi parlamentari, tuttavia, differiscono per le soluzioni giuridiche e la prassi amministrativa. Entrambi i Paesi hanno un Parlamento bicamerale. In Polonia, il Sejm svolge un ruolo superiore, davanti al quale si vota la fiducia al governo. In Italia, invece, le due camere - la Camera dei Deputati e il Senato – hanno gli stessi poteri (il cosiddetto bicameralismo simmetrico o perfetto) e quindi il governo italiano deve godere della fiducia di entrambe le Camere del Parlamento. Questa duplice approvazione e, d'altra parte, le divisioni partitiche di matrice storica rendono il governo instabile, motivo per cui ci sono stati molti cambiamenti recenti nel sistema elettorale italiano. Anche le partizioni territoriali sono importanti: nel caso dell'Italia, tra nord e sud, e nel caso della Polonia, tra est e ovest. Senza dubbio, l'Italia è anche un Paese molto più decentrato della Polonia, con una forte autonomia regionale.
E il sistema delle elezioni presidenziali? È molto diverso tra i nostri due Paesi.
E’ vero. La differenza sta non solo nelle modalità di elezione del Presidente, ma anche nella portata delle sue competenze. In Polonia, il Presidente viene eletto a suffragio diretto e a maggioranza assoluta e, al secondo turno, a maggioranza ordinaria tra i due candidati che hanno ottenuto i maggiori consensi. Il presidente possiede ampie competenze e facoltà (poteri che non richiedono la controfirma), che tuttavia, senza una base politica, sono meno efficaci. Per le modalità di elezione del Presidente e per la portata costituzionale dei suoi poteri, i manuali italiani descrivono il sistema polacco come semipresidenziale. In Italia invece, il presidente è eletto indirettamente; deve essere votato dai 2/3 dei parlamentari e i rappresentanti delle regioni e, a partire dal quarto scrutinio, a maggioranza assoluta. La sua posizione è più debole e per lo più di natura rappresentativa, ma date le frequenti crisi di governo, può svolgere un ruolo chiave nella loro risoluzione.
Quali sono le differenze nell'approccio degli italiani alla partecipazione elettorale rispetto agli altri Paesi? Esistono fattori che influenzano la voglia di partecipare attivamente al processo elettorale?
Ancora vent’anni fa, l'affluenza alle urne in Italia era superiore al 90%. Oggi il numero di votanti è molto più basso, sebbene il 70% circa degli italiani partecipa alle elezioni. In confronto ad altri paesi, gli italiani si interessano molto alla politica e al suo potenziale impatto sulla loro vita, anche grazie alle radicate tradizioni di partecipazione civica, soprattutto nel centro e nel nord Italia. Sono anche delusi dall'inefficacia dei politici. Il problema sono le numerose e complicate modifiche al sistema elettorale o le frequenti elezioni e referendum.
Lei è membro di due organismi di ricerca italiani. In cosa consiste la Sua collaborazione con l’Italia?
Sono membro della Società Italiana di Scienza Politica e della Società Italiana di Studi Elettorali, ma anche della Società Italiana della ricerca sul diritto comparato. Partecipo alle conferenze annuali di queste associazioni. Sono coinvolta attivamente in alcune sezioni che collaborano all’organizzazione di vari workshop e convegni. Durante l'anno, ci scambiamo le ultime pubblicazioni, ci invitiamo reciprocamente a partecipare a conferenze o, nell'ambito del programma Erasmus, invitiamo gli studenti a collaborare con noi. Di frequente collaboro con ricercatori italiani a conferenze internazionali, curando insieme interventi e pubblicazioni scientifiche.
Ha avuto l'opportunità di beneficiare di finanziamenti italiani per la ricerca?
Ho avuto l'opportunità di beneficiare di finanziamenti per la ricerca da parte italiana. Ho ricevuto una borsa di studio di 9 mesi dal Ministero degli Affari Esteri italiano. Ho partecipato a borse di studio di colleghi dell'Università di Padova e dell'Università di Roma.
I politologi italiani sono interessati al sistema politico polacco? Ha avuto modo di avere qualche scambio interessante su questo tema con accademici italiani?
I politologi e i giuristi italiani sono molto interessati al sistema politico polacco, anche se il loro principale punto di riferimento sono le democrazie occidentali. Gli italiani apprezzano la trasformazione politica e lo sviluppo economico della Polonia dopo il 1989. Sono molto interessati alla realtà politica polacca, che vorrebbero conoscere meglio.
Cosa La affascina e La ispira di più in Italia?
Sono affascinata dalla ricchezza della storia italiana e dalla sua eterogeneità. Il Bel Paese è un vero laboratorio di cambiamenti sociali, economici e politici arroccato su un vulcano, in senso figurato e letterale. E’ una meraviglia tanto splendida quanto fragile.
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